Quanta cattiva coscienza nel caso De Girolamo. L’indignazione che si è sollevata all’ascolto di registrazioni fraudolente vorrebbe far credere che mai una riunione politica si sia tenuta in un luogo non appropriato come un’abitazione privata, un bar, un albergo…, che
Quanta cattiva coscienza nel caso De Girolamo. L’indignazione che si è sollevata all’ascolto di registrazioni fraudolente vorrebbe far credere che mai una riunione politica si sia tenuta in un luogo non appropriato come un’abitazione privata, un bar, un albergo…, che mai in politica si sia usato il turpiloquio, che i comportamenti di ciascuno quando ci si crede al riparo da occhi indiscreti siano sempre improntati alla più controllata misura. Ai lapidatori mediatici del ministro che all’epoca dei fatti era un semplice deputato – alla cui caduta di stile si dedicano oggi più pagine di giornale che allo scandalo, questo davvero sconcertante, delle mazzette sulla ricostruzione dell’Aquila – e ai colleghi parlamentari che si accingono ad ascoltarla in Aula, converrebbe ricordare l’evangelico ammonimento: Chi è senza peccato scagli la prima pietra.