La visita a Napoli di Papa Francesco è attesa con gioia e rinnovata speranza. Da lui si aspettano parole che funzionino da sprone per chi ha il compito di governare questa città e da balsamo per le ferite di chi soffre: parole d’incitamento e di misericordia, in sintonia con il tema prescelto per il Giubileo straordinario indetto per quest’anno con inizio l’8 dicembre. Parlando di Giubileo, misericordia e incitamento a far bene per sé e per gli altri non è possibile dimenticare che un evento del genere, del tutto speciale e accordato dall’allora Pontefice Benedetto XVI, fu celebrato a Napoli nel 2011 per il volere e l’organizzazione della Curia locale guidata dal suo Arcivescovo Crescenzio Sepe. Sono trascorsi appena tre anni da quel memorabile e lungo momento ed è quasi sbiadito il ricordo degli impegni assunti, delle promesse fatte, delle strette di mano esibite davanti alle telecamere. Di fronte alla mole dei problemi, Cardinale Sepe ha invitato la città volenterosa a reagire piuttosto che continuare con lo sterile lamento. Imprenditori, sindacalisti, professionisti di ogni genere, banchieri, amministratori locali, politici, giornalisti, accademici, insegnanti, preti, giovani e vecchi: tutti hanno avuto il loro momento di visibilità, tutti sono stati messi di fronte alle proprie responsabilità con l’invito a fare di più e meglio. Dalle chiacchiere si sarebbe dovuto in breve passare ai fatti. Che cosa è accaduto nel frattempo?Che cosa è rimasto dell’enorme castello di aspettative edificato sotto l’influsso benevolo del Giubileo per Napoli e del suo sacerdote, Crescenzio Sepe, lo stesso che affiancherà il Santo Padre nella visita itinerante alla città ancora tanto malata e ai suoi figli più bisognosi di affetto e attenzione? Poiché il coinvolgimento fu pressoché totale ciascuno di noi può passarsi la mano sulla coscienza e dire in sincerità se e come abbia mantenuto fede ai buoni propositi, se e come con la propria azione abbia contribuito per molto o per poco a migliorare il mondo attorno a sé, se e come quell’esperienza gli sia rimasta nel cuore e nella mente.