Deve aver governato proprio bene Stefano Caldoro per essere riuscito a superare la proibitiva quota del 38 per cento – la più alta in Italia per la formazione di centro-destra nelle ultime elezioni regionali, più elevata di quella raggiunta da Giovanni Toti in Liguria dove ha vinto – dopo cinque anni di governo della Regione più complessa e disastrata del Paese. Ma il desiderio di spiegarlo agli elettori non è stato premiato fino in fondo perché i benefici della sua azione risanatrice non si sono fatti apprezzare da imprese e famiglie. Tutt’altro. La messa in sicurezza dei conti, precondizione per il rilancio dell’economia e la ripresa dell’occupazione, ha riservato alla popolazione molti più dispiaceri che gioie. Avrebbe forse dovuto, il governatore uscente, meglio chiarire questo punto nevralgico: le lacrime e il sangue ieri richiesti serviranno a far tornare il sorriso domani. Il campo arato con fatica e dedizione non ha dato i suoi frutti migliori ma promette di farlo presto. Solo che a sovrintendere alla raccolta sarà qualcun altro, favorito dalla fama di buon amministratore e combattente. Enzo De Luca trova una situazione assai profittevole. Al netto delle polemiche che la politica impone, il presidente entrante sa bene che il suo predecessore ha liberato il terreno dalle erbacce più velenose e ora che il lavoro sporco è fatto bisogna avere la capacità di avvantaggiarsene il più possibile, naturalmente nel principale interesse dei cittadini. Nonostante la lunga e a volte accidentata esposizione agli effetti del comando, l’ex sindaco di Salerno è apparso agli elettori più energetico e voglioso dell’avversario che ha preferito mantenere i caratteristici toni bassi dando anche l’impressione di non essere interessato alla conferma a tutti i costi. Cosa che ha poi confermato spiegando i motivi di mancate alleanze. Comunque sia, il nemico da combattere oggi ha bisogno della grinta dell’uno e dell’attitudine riflessiva dell’altro. La stagione che si apre è così complessa e piena d’incognite che occorre saper dare il meglio di sé e pretenderlo dagli altri. Le istituzioni che abbiamo conosciuto mostrano i segni dell’inadeguatezza. Prepariamoci a cambiarle.