Come auspicato prima che sospendessimo le pubblicazioni per l’estate Il Denaro torna in edicola rispettando l’impegno con i lettori. Lo fa grazie al contributo di amici e sostenitori che hanno accolto l’appello d’inizio agosto (vedi su ildenaro.it) versando un contributo volontario sul conto corrente del nostro stampatore. Il minimo che possa fare è ringraziarli tutti per la generosità mostrata (lo farò con ciascuno singolarmente in privato) perché senza quest’atto di liberalità sarebbe stato assai difficile superare gli scogli dei conti bloccati e della sede sbarrata come conseguenza della vicenda giudiziaria legata al tempo in cui ho amministrato la cooperativa che pubblicava il giornale. Credo di averne parlato in modo esauriente e preferirei non tornarci sopra ma chi volesse informarsi potrà farlo consultando il nostro sito dove sono raggruppati i pochi articoli che ho scritto sull’argomento. Per il resto occorre che la Giustizia faccia il suo corso (lo so, suona come frase fatta) e prenda il tempo che deve.
L’autunno che ci aspetta, come italiani e meridionali in particolare, non sarà dei più semplici da affrontare. Molti nodi sono venuti al pettine e il fatto che sempre più persone se ne stiano rendendo conto potrà forse aiutare a risolvere i problemi ma di certo non li annullano. Dopo la doccia di verità occorre un bagno di umiltà. Il numero e la complessità dei nodi da sciogliere impone calma e concentrazione. A furia di rinviare, sottovalutare, sfuggire agli impegni, abbiamo raggiunto un punto oltre il quale non varrà neanche più la pena di lottare. Il piano da percorrere resterà inclinato verso il basso e correggere il corso delle cose diverrà improponibile. Sappiamo tutti che siamo chiamati a scelte impegnative e decisive, ora più che mai se così si può dire, perché margini per correzioni non ce ne sono. Se è vero che si riesce a dare il meglio di sé nei momenti cruciali questa è l’occasione di mostrarlo. Non per bontà ma per convenienza. Vale per tutti.