Coincidenze. Nello stesso giorno in cui a Napoli si tiene il convegno di Srm sui rapporti economici tra i paesi del Mediterraneo a Barcellona si celebra la diciannovesima convention del gruppo Grimaldi, From Land To See, all’indomani di un consistente investimento di 20 milioni per la costruzione di un nuovo terminal nel porto catalano le cui autorità si dichiarano orgogliose di avere come principale attore la compagnia italiana.Emanuele Grimaldi Il capo azienda Manuel spiega a un’attenta platea di oltre cinquecento operatori del settore la filosofia della casa fatta di rispetto per l’ambiente e conseguente abbattimento dei tassi d’inquinamento attraverso l’applicazione di tecnologie verdi applicate a tutte le centosei navi di proprietà (altre sedici sono in arrivo) per una spesa già sostenuta di 200 milioni. Scelta premiata dal mercato come dimostrano eccellenti risultati di gestione. Primo operatore in Spagna, Grecia, Malta e Nord Africa – per fermarci alla sponda sud – il gruppo Grimaldi tesse una tela di connessioni che in Italia coinvolge quasi tutte le città di mare (Livorno, Genova, Savona, Venezia, Trieste, Ravenna, Cagliari, Civitavecchia, Salerno, Bari, Palermo) ma non il capoluogo campano che resta splendidamente fuori dalle rotte e dagli interessi del giocatore globale che qui ha le sue radici imprenditoriali e familiari.Gianluca Grimaldi È un controsenso. Una cartina al tornasole di quanto sia distante lo scalo partenopeo dagli standard ritenuti minimi possibili per creare condizioni di lavoro, convenienti nei costi e nelle procedure, adeguate a stimolare la partecipazione di chi è abituato a fare i conti con la competizione internazionale. La ferita che il porto infligge alla città dev’essere rimarginata presto e bene se vogliamo sperare in una guarigione della nostra economia. I confronti sul presente e il futuro degli scambi nel Mediteraneo, che con grande merito Srm e i suoi ospiti periodicamente animano, potrebbero prendere in prestito dai Grimaldi il motto fatto proprio e girarlo a tutti gli interlocutori sotto forma di domanda per misurare la distanza tra le parole e i fatti. Il motto è Trying the best we can. La domanda: Siamo certi che tutti cerchino di fare il meglio che possono?